mercoledì, gennaio 24, 2007

-OLTRE LE COLONNE D'ERCOLE-

Sono stati due giorni d'inferno, perchè parlarne con i miei non è stato x nulla semplice.
Mia madre ha reagito nel peggiore dei modi, facendo diventare quello che era nato come un pacifico confronto, l'anticamera di una tragedia.
Del resto lo ha detto: " Per me è una tragedia".
Non avrebbe voluto neanche ascoltare le mie motivazioni, quello che avevo da dire, che avevo dentro. Fosse stato per lei, tutto si sarebbe chiuso con un " va bene, vai a dirlo a tuo padre, io non ne voglio sapere niente". Sono stata io a voler continuare, a insistere perchè mi stesse a sentire, ma ho ricevuto un trattamento più brutto di quello che, da lei, mi sarei aspettata.
Mio padre è tornato a casa mentre discutevamo, ma non ho avuto poi la forza di sostenere un altro discorso con lui: ero stremata! Gli è stato detto qualcosa ed è diventato freddo anche lui, finchè non gli ho parlato. Entrambi non si sedevano a tavola con me, aspettando che finissi di cenare o di pranzare..aspettando "che la tavola fosse sgombra", come ha sottolineato mia madre, quando mio padre le chiedeva a che ora si sarebbero decisi a mangiare.
Ieri sera ho ridiscusso con mia madre, chiedendole più rispetto nei miei confronti, meno freddezza. E lì ancora gridate. Poi sono andata da mio padre, per chiarire una volta per tutte, chiedendogli se anche lui facesse parte della "tragedia" di mia madre. Ha risposto che lui non sapeva niente, perchè io avevo parlato con mia madre, praticamente preferendola a lui. Gli ho spiegato che mi premeva innanzitutto parlare con lei, perchè sapevo, più o meno, come avrebbe reagito. Poi c'è stato il confronto...un po' acceso, ma per lo meno è stato un confronto! E ho pianto come una fontana..ho avuto quello sfogo che con mia madre non avevo avuto. Sicuramente non mi sono sentita capita, ma rispettata si. Non è stato capito il coraggio di questa scelta, definendola "la via più facile"--->espressione che mi ha mandato in bestia, perchè semmai è tutto il contrario e, tra una lacrima e l'altra, ho tentato di spiegarlo.
Mi è stata chiesta una spiegazione sulle potenzialità e sulle prospettive che dico di avere, senza comprendere che non è un programma dettagliato, quello che devo presentare, ma una scelta a cuore libero; non mi è stata data alcuna sicurezza- nè la chiedevo- se non quella che tra 5-10 anni mi pentirò di quello che sto facendo, perchè mi sto chiudendo una porta che potrebbe tornarmi utile. Senza dubbio, ma per questa porta che chiudo, altre 100 se ne potranno aprire, in modalità a me e a loro del tutto sconosciute: a me per contenuto, a loro per contenuto e Provenienza...
In tutti i modi, da quando ho reso pubblica questa mia decisione, si è cercato di riportarmi indietro, di instillarmi ancora quel senso di precarietà e di paura, di separazione anzichè abbondanza, che a fatica avevo cercato di superare. Perfino al negozio di modellismo, dove ero andata a comprare un vasetto di vernice ( si, ho ripreso a costruire la nave!!), una conoscente si è messa a fare domande sull'università e a dare consigli! Anche per questo ho pianto, durante e dopo la mia ultima discussione: mi sono sentita pressata, disorientata, richiamata alla "realtà" da ogni parte, dall'atteggiamento logico e disponibile di mio padre, che mi ha fatto ripensare tutto quanto da capo, cosa che il rifiuto categorico di mia madre non mi aveva provocato, facendomi indurire sulle mie posizioni. Sono andata a letto presto, ieri. Mi sentivo svuotata e priva di forze.

OGGI.
Sveglia presto, colazione, sono andata a distribuire alcune copie del giornalino dell'università all'Accademia delle belle arti. Sono tornata e ho cominciato a rileggere del materiale che avevo trovato, per scrivere un volantino sulla Giornata della Memoria, in ricordo della Shoah, che ricorrerà il 27 gennaio. Sono gli ultimi impegni che avevo preso con il comitato spontaneo e ho voluto portarli a termine. Più tardi ho preparato da mangiare per me, perchè non volevo chiederlo a mia madre. Inaspettatamente, il suo atteggiamento era cambiato, più amichevole, più rilassato. Anche quello di mio padre. Come se tutto si fosse improvvisamente acquetato. Ed anche dentro di me: i dubbi che avevo ieri erano spariti; ho fatto una prova, cercando di organizzarmi un piano di studio per il prossimo mese, ma tutto ciò mi era lontano, non mi apparteneva più.

Ho chiuso i libri e ho cominciato a scrivere il mio volantino.



(…) Quando

mi diparti’ da Circe, che sottrasse

me più d’un anno là presso a Gaeta,

prima che sì Enea la nomasse,

né dolcezza di figlio, né la pieta

del vecchio padre, né ‘l debito amore

lo qual dovea Penelope far lieta,

vincer potero dentro a me l’ardore

ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto

e de li vizi umani e del valore;

ma misi me per l’alto mare aperto

sol con un legno e con quella compagna

picciola da la qual non fui diserto.

(…)

Io e ‘ compagni eravam vecchi e tardi

quando venimmo a quella foce stretta

dov’ Ercule segnò li suoi riguardi

acciò che l’uom più oltre non si metta;

(…)

“O frati”, dissi, “ che per cento milia

perigli siete giunti a l’occidente,

a questa tanto picciola vigilia

d’i nostri sensi ch’è del rimanente

non vogliate negar l’esperïenza,

di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza”.

( DANTE ALIGHIERI-

INFERNO, CANTO XXVI)

Ulisse è per me l'Uomo, il nuovo dio, che sfida e oltrepassa i limiti imposti dal vecchio uomo e da un vecchio concetto del peccato e della divinità.


Il mio sarà anche un "folle volo", ma quanti, là fuori, hanno davvero il coraggio di volare??


Vi abbraccio!
bambinadallospazio

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1 Comments:

At 24 gennaio, 2007 10:22, Anonymous Anonimo said...

Eilà Fra', bello il titolo del tuo post "Oltre le colonne d'Ercole". Effettivamente ora sei entrata in un campo d'esplorazione nuovo, sconosciuto, infinito, immenso. Hai nuovi strumenti (come le scelte ad esempio) e segui il tuo cuore. Il bello, almeno per me, è che tutto è imprevedibile e magico. Sai che le occasioni, le relazioni, l'abbondanza, la passione arrivano ma non sai in che modo e quando.
Vivere così è per i grandi, non per i pusillanimi. Non è facile ma al tempo stesso è facile. Questo modo di vivere abbandona la logica. È completamente folle, irrazionale, stupido, ingenuo (dal punto di vista della razionalità) ma infinitamente saggio, gioioso, bello, libero, affascinante, divino.
Navighiamo nello sconosciuto ma non siamo mai soli. Siamo attorniati da tanti simpatici angeli, incarnati e non, che ci sostengono e ci incitano con il loro alito amorevole e profumato.
Ancora un urrà a te che hai scelto di seguire il tuo cuore e non la logica comune o le aspettative altrui.
Ti sono vicino e puoi sempre contare su di me, Daniele.

 

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